Parrocchia di Castelletto

LA CHIESA DI CASTELLETTO

ed il suo cimitero romano

 

Antica era pure questa piccola chiesa dedicata al massimo Dottore S. Girolamo, due chilometri circa a Sud-Ovest di Soave, al cui Comune ed alla cui Parrocchia appartiene.  Di essa sappiamo solamente che nel secolo passato era proprietà di un Pagani di Venezia, e che da tutto il presente è posseduta dai Signori Bertani di Verona. Essi la riedificarono in più bella forma di stile moderno corretto.
Questa contrada vuolsi abbia avuto il nome da un piccolo castello eretto nall’alto medioevo.  Alcuni ruderi di mura larghi e di cemento durissimo, rinvenuti nel lavori campestri, si giudicarono i fondamenta di esso.
Per gli archeologi Castelletto cominciò ad avere una certa  importanza dopo la scoperta quivi fatta di un grande cimitero romano nell’anno 1829. Non ci consta che prima d’allora se ne abbia avuta conoscenza; ed il primo che praticò qualche scavo fu in quell’anno il Sig. Luigi Menegazzi farmacista di Soave: il quale raccolse tegoloni romani, lucerne, vasi di vetro, oggetti di bronzo, e molte monete. Abbiamo inteso che egli, abbandonò Soave, se le portasse a Verona, e si dice che le abbia  date all’ Accademia di  Agricoltura  di cui era Segretario, ma di tutto ciò non ci ha tramandato alcune memoria scritta .
Nell’anno 1888 nei fossi scavati per le viti si rinvennero molti sepolcreti e vasi cinerari, ma furono dai villici spezzati e riseppelliti sotto le piantagioni. Avutane contezza nel 1893, mi recai a vedere sul luogo, e fatto qualche scavo raccolsi dei tavoloni interi, un vaso cinerario grande, una lucerna fittile, vasetti di vetro interi, e frammenti fusi sulla pietra, e pezzi di patera capuana, ed una sottile cinerognola, ed in fine  una moneta in bronzo colla testa di Claudio volta a destra, ed in giro : CLAVDIVS – CESAR – AVG – P-M- TRIB – P –P nel rovescio una Vittoria con S e C ai lati, ed intorno AVGVSTI.
Il sito è un altipiano formato da un banco di sabbia, di quasi un chilometro quadrato dalla chiesa alla strada provinciale; ed a m 32 dal livello del mare. A sera vi ha l bassura di Loffia a m 23; a mezzogiorno la valle del Màsara   a m 21; ed a mattina lentamente si abbassa verso Villabella; a tramontana si apre allo sguardo la pianura della vallata del Tramegna, un semicerchio si colli fertilissimi del monte Rotondo, o della Guardia, alla celebre Rocca di Caldiero. I nostri antichi romani non poteano scegliere per seppellire i loro morti un luogo migliore. Infatti esso a mezzogiorno dominava l’Adige, che a que’ tempi, scorrendo dalle basse di S. Michele e Caldiero, veniva a lambire da due lato questa necropoli, e dirigendosi verso Arcole, attraversava l’antica strada Veronese-Atestina, della quale esistono avanzi a Gombion ed a Bionde.  Al nord di questo grande cimitero stava il pago romano di Soave, dell’esistenza del quale sono testimoni, i fondamenti e fabbricati che spesso ai scoprono; e ce lo indica abbastanza la grande estensione della negropoli.
Sulla moderna chiesa di Castelletto esiste unasola iscrizione sulla facciata di essa, ed è la seguente:

D.O.M.
IN – HONOREM – S- HIERONYMI
ANNO – MDCCCXXXVIII
ORATAE – PRO FVUNDATORE

 

Da chiese di Soave dei Don Fiorente Catagnedi – 1896

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