Parrocchia di Costeggiola

Chiesa di Costeggiola – Curazia di Castelcerino dedicata a

S.Antonio abate – divenuta Parrocchia il 25 giugno 1929

<< Si innalza in mezzo al casale sopra una piccola costa, come dice  il suo nome, cioè sopra l’estremo dorso del colle, che dalle alte cime della Parrocchia, s’avvalla ad ovest nei rigogliosi prati innaffiati dal fiumicello Tramigna. Il campanile colla sua pinta a pigna di piastrelle di cotto, dello stile del secolo XV, ci indicherebbe l’epoca della erezione della sua chiesa. Ed anche un quadro di essa ce lo confirma; esso è del Lanceni, a pag. 155 del suo Divertimento Pittorico nel secondo volume, descritto così; Costeggiola, La Pala nel coro con la Vergine, e il Bambino, Santi Sebastiano, e Rocco; Opera antica. Essa ora più non esiste, perita certo per incuria;  un vecchio della contrada mi diceva di averla veduta.
In questi giorni fu di molto alzato il tetto della vecchia chiesetta, e nella facciata, che guarda a sera, la chiesetta stessa fu anche allungata. La Primiera, corta e bassa, era oscura e tetra, ora apparisce spaziosa.  Il tutto per lo zelo del suo Curato R.D. Alfonso Capra, che è anche maestro comunale della contrada.
L’altar maggiore è di marmo bianco, di forma barocca, ed il parapetto tessellato di bel rosso di Francia.  Sopra  di esso vi sono due piccole statue di tufo inverniciate a biacca. Quella a sinistra rappresenta S. Giovanni Nepumiceno con il dito indice in bocca, per indicare il silenzio sacramentale. A destra quella di S. Antonio abate: bella testa, con naturale ed esperto panneggiamanto. È attribuita al  Marinali di Vicenza, che fioriva del 1690 circa.
Ai due lati della chiesa, fuori del presbiterio, vi ha uno sfondo a due arcate che formano la crociera.  Nei due primi archi vicini ai balaustri sono le portine laterali; nei secondi sono  due altari.  L’altare a destra è di tufo, con qualche marmo colorato colle specchiature;  nella nicchia, a collonette di marmo, la statua della Madonna del Rosario, scolpita in legno dai Lugarini di Verona, celebri intagliatori.  A sinistra l’altare è di legno dipinto, e la statua di S. Antonio Abate pure in legno, di nessun pregio artistico.
Il nuovo soffitto della chiesa è dipinto con affreschi.  Nei cantoni di esso i quattro Evangelisti, colle solite figure simboliche, sembrano stare in agguato e guardano nel centro la gloria di Sant’ Antonio. Esso da due angeli viene portato al cielo, dove l’ Eterno Padre in dignitosa positura lo aspetta.Il frescante della chiesa ristaurata è Vittorio figlio di Rocco Pittaco; il quale si vanta superiore al padre in alcuni soggetti  di pittura.  Beato lui !  Gli affreschi però dei Pittaco vengono dagli intelligenti notati di troppa vivacità, fu di recente murata una pietra di tufo, or ora scoperta, sulla quale è incisa la seguente grafe, di non troppo facile lettura .
È mia opinione, che sotto questa epigrafe esistesse, murata una cassella, come si vede in quasi tutte le chiese, nella quale i devoti deponevano le offerte per lo scopo indicato dalla iscrizione.  Ciò supposto, io leggo così : Elemosini per l’animi del Purgatorio, L’anno 1697.

Nella sottostante piazzetta sulla casa del sig. Salvino Ferro è dipinta la Vergine del Rosario col Putto in grembo, ed ai lati in alto due angeli; di sotto S. Domenico a S. Antonio di Padova col giglio nella sinistra.  Ai piedi l’iscrizione:  SE BRAMI ASSICURARTE IN VIA ( non ti partir da me).  DOMENICO  COSTEGGIOLO (MDCL….) (1) >>

Il Costeggiolo dev’essere stato il padrone della casa all’epoca della pittura da lui ordinata.

Da Chiese di Soave  di Don Fiorente Castagnedi

 

Entradas relacionadas

Go up